Impostazioni HDSDR per panadapter SDR e CAT

La nostra interfaccia IFace serve per aggiungere un panadapter SDR ad ogni radio, presente o futura. L’immagine qui di seguito mostra il contesto applicativo tipico dove il segnale di IF del nostro ricevitore viene inviato ad un ricevitore SDR esterno (nel caso specifico uno di SDRplay).

La configurazione che andiamo ad esaminare è quindi la seguente. Preleviamo il segnale dopo il primo mixer IF ma prima del filtro passabanda, il cosiddetto “roofing filter”, e lo inviamo alla nostra IFace. Questa altro che non è che un buffer a larga banda che permette di replicare il segnale senza andare a sovraccaricare i circuiti del mixer. All’uscita della scheda il segnale può essere inviato ad un ricevitore esterno, tipicamente un SDR, attraverso una comune linea a 50 Ohm.

A questo punto non ci resta altro da fare che installare i driver per il nostro convertitore A/D per segnali RF ed il software di demodulazione. Nel caso specifico utilizzeremo un RSP1 di SDRplay ed il programma HDSDR. In più attraverso la porta CAT potremo controllare la nostra radio così da avere una perfetta corrispondenza di ciò che vediamo a schermo con ciò che stiamo ricevendo dalla radio. L’interfaccia CAT è gestita tramite il software OmniRig.

Il vantaggio principale è quello di avere un secondo ricevitore molto più perfomante di quello interno della radio.

Le immagini che seguono mostrano come deve essere configurato il programma HDSDR.

Il risultato è mostrato in un video dove si può apprezzare la qualità di ricezione e la facilità controllo della radio.

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    Saldatura SMD – il videocorso

    Impara a saldare SMD

    Saldatura SMD è il videocorso per chi vuole imparare seriamente a saldare praticamente ogni tipo di componente a montaggio superficiale. Questo è un corso pratico che illustra come si possono saldare con filo di stagno e saldatore a stilo i più disparatati package che si incontrano nel mercato elettronico.

    Se sei un maker, un semplice appassionato o un tecnico elettronico specializzato poco importa, avrai notato che sempre più spesso gli unici componenti che vengono usati sono a montaggio superficiale. Ci sarà un perchè, non ti pare? I motivi sono tanti, credici.

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    Saldatura SMD ti propone un percorso facile, accessibile e pratico con tante lezioni, e in continuo aumento, per imparare a fare da solo le tue saldature. Scoprirai anche che l’attrezzatura che hai può essere già sufficiente per ottenere ottimi risultati.

    Forse è ora di finirla di andare a chiedere all’amico “esperto” e diventare autonomi, non credi?

    A chi si rivolge il corso

    • hobbisti / maker elettronici;
    • docenti e ITP di elettronica di scuola superiore;
    • radioamatori e CB;
    • tecnici riparatori;
    • tutti coloro che sono appassionati di elettronica e che vogliono iniziare a realizzare i propri progetti.

    Per chi NON è adatto questo corso

    • per chi non è disposto ad impegnarsi
    • per chi non è disposto ad ascoltare con la giusta umiltà
    • per chi cerca soluzioni facili a problemi complessi
    • per chi vuole il rimborso cercando di avere il corso gratis

    Il videocorso è diviso in lezioni: ogni lezione riguarda uno specifico package. Qui di seguito trovi l’elenco con tutti i packages che vengono affrontati nelle lezioni e la loro durata.

    LezioneDurata
    Introduzione al corso18:42
    Condensatore 06034:47
    Condensatore 0805 / 14:05
    Condensatore 0805 / 25:30
    Connettore SMA per PCB7:04
    HC49/US5:35
    Induttore 06039:03
    Induttore 12×126:44
    Jumper3:12
    LED 08058:37
    LFCSP / 114:17
    LFCSP / 211:00
    Oscillatore quarzato14:17
    PSOP-88:25
    PTC 20163:40
    Resistore 08058:55
    RF power module15:09
    Trasformatore RF10:06
    SC70-57:54
    SMB3:37
    SOD80C10:29
    SOIC-86:03
    SOIC-16 / 14:15
    SOIC-16 / 25:15
    SOIC-284:26
    SOT-236:37
    SOT-2234:17
    SOT-363-68:09
    System on module9:20
    TO-2529:25
    TO-263-514:07
    TSSOP5:37
    USB MINI4:59
    VSSOP12:50

    N.B: Il numero delle lezioni è destinato a crescere e con queste il costo del corso. Quelle indicate qui sopra sono quelle attualmente fruibili.

    LE OPZIONI DI ACQUISTO

    Il corso si può acquistare direttamente da questa pagina facendo click sul pulsante che trovi qui sotto: procrastinare non è la scelta vincente, il costo è destinato a crescere! Non è possibile acquistare singole lezioni.

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    Attualmente il costo del corso Saldatura SMD è di 67,00€ 97,00€ IVA compresa e include tutte le lezioni presenti e future (aggiornamenti e updates lifetime) e le slides (ove necessario).

    Per “aggiornamento” di una lezione si intende un miglioramento del contenuto: ad esempio potrebbero essere aggiunte o modificate delle slide e con queste la loro descrizione.

    Per “updates” del corso si intende l’inserimento di nuove lezioni.

    I prezzi sono destinati a crescere appena verranno aggiunte altre lezioni (sono già programmate ma non verranno preannunciate): procrastinare l’acquisto non è la scelta più intelligente, non dà alcun vantaggio!

    L’acquisto del corso non prevede la possibilità di rimborso! *

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    * Come stabilito dal Codice del Consumo, art. 59, lettera o, il diritto di recesso non si applica a “la fornitura di contenuto digitale mediante un supporto non materiale se l’esecuzione è iniziata con l’accordo espresso del consumatore e con la sua accettazione del fatto che in tal caso avrebbe perso il diritto di recesso”.

    Panadapter SDR per TS-440s

    Per installare la scheda IFace all’interno del Kenwood TS-440s seguire i seguenti passi.

    Il TS-440s, così come altre radio, ha una configurazione abbastanza complessa ed utilizza diverse frequenze intermedie. A noi interessa avere un segnale a “larga banda”, quindi andrà prelevato prima del filtro passa banda principale. Qui di seguito è mostrata la sequenza di operazioni da compiere per ottenere una larghezza di banda sufficiente a realizzare un ricevitore panoramico intorno alla frequenza IF prescelta (45.05 MHz). Il percorso dei segnali in TX e in RX è in parte separato, quindi il comando del PTT per disabilitare la IFace durante la trasmissione può non essere necessario, ma se lo si utilizza il ricevitore SDR sarà più isolato durante la trasmissione. Le immagini seguenti mostrano il punto dove verrà prelevato il segnale IF e l’alimentazione.

    Ora dobbiamo localizzare i punti dove effettuare il collegamento dei cavi elettrici verso la IFace. Le immagini seguenti illustrano dove prelevare i vari segnali sulla RF UNIT.

    Per poter acquistare una IFace utilizza il pulsante qui sotto.

    ATTENZIONE: Sebbene l’installazione di IFace non sia difficile, lo si fa a proprio rischio. TSP S.r.l. non è responsabile per eventuali danni, effetti collaterali indesiderati o qualsiasi altra cosa.

    Per maggiori informazioni non esitare a scriverci.
    Buon divertimento!

    Panadapter SDR per TS-430s

    Per installare la scheda IFace all’interno del Kenwood TS-430s seguire i seguenti passi.

    Il TS-430s, così come altre radio, ha una configurazione abbastanza complessa ed utilizza diverse frequenze intermedie. A noi interessa avere un segnale a “larga banda”, quindi andrà prelevato prima del filtro passa banda principale. Qui di seguito è mostrata la sequenza di operazioni da compiere per ottenere una larghezza di banda sufficiente a realizzare un ricevitore panoramico intorno alla frequenza IF prescelta (48.055 MHz). Il percorso dei segnali in TX e in RX è in parte separato, quindi il comando del PTT per disabilitare la IFace durante la trasmissione può non essere necessario. Le immagini seguenti mostrano il punto dove verrà prelevato il segnale IF e l’alimentazione.

    Ora dobbiamo localizzare i punti dove effettuare il collegamento dei cavi elettrici verso la IFace. Le immagini seguenti illustrano dove prelevare i vari segnali sulla RF UNIT.

    Se sei convinto della bontà della proposta acquista una IFace utilizzando il pulsante qui sotto.

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    Arduino e la funzione delay()

    Sempre più spesso si trovano descrizioni di progetti più o meno complessi che ruotano intorno ad una scheda programmata in ambiente Arduino. In generale è sconsigliabile iniziare la programmazione di sistemi embedded proprio da Arduino. Il motivo è semplice, si inizia nel modo sbagliato, si inizia “viziati”, “coccolati” da una marea di librerie che semplificano (troppo) tutto il lavoro. Lo studente di sistemi embedded che approccia per la prima volta questo mondo utilizzando ambienti di programmazione troppo semplificati, dovrebbe invece prima comprendere a fondo come è fatto l’hardware sul quale vuole lavorare, poi piano piano imparare a scrivere il codice nel modo più opportuno preparando da solo le funzioni che gli permettono di controllare una determinata funzionalità. Invece no, con Arduino c’è una sorta di astrazione dall’hardware, l’importante è scrivere codice. Poi se questo è fatto bene o male poco importa, per molti l’importante è che funzioni.

    Nel nostro webinar gratuito di introduzione al video corso di elettronica, viene spiegato proprio perché il problema di molti non è Arduino ma il non conoscere l’elettronica. Prendiamo ad esempio l’utilizzo della funzione delay() e cerchiamo di capirne l’uso corretto.

    Innanzi tutto cosa succede ogni volta che chiamiamo la funzione delay()? Come descritto sul sito ufficiale di Arduino, l’esecuzione del programma viene sospesa per la quantità di tempo specificata dall’argomento. L’argomento è quel numero che andiamo a mettere tra parentesi. Così scrivere delay(100) significa sospendere il programma per 100 ms. In realtà il programma non viene minimamente sospeso perché quando viene chiamata questa funzione il programma da svolgere è esattamente “non fare nulla”, attendere inutilmente, cioè la CPU non è ferma ma sta facendo solo cicli a vuoto, non produce risultati se non far passare il tempo. Una vera sospensione del programma prevede lo stop della CPU, ma qui entreremmo in bel altre discussioni. Quindi, tralasciando l’inutile spreco di energia che questa funzione arreca, è importante porre l’attenzione sull’aspetto semantico della questione.

    Perché si dovrebbe utilizzare una funzione che non produce alcun effetto se non quello di perdere tempo (e sprecare energia)?

    Molti, la stragrande maggioranza di quelli che utilizzano Arduino seguendo i tutorial che trovano in rete, la utilizzano per creare degli intervalli di tempo tra una funzione ed un’altra, per esempio per far lampeggiare un LED. Speriamo quindi di fare un regalo utile mostrando come si può fare lampeggiare un LED in modo sbagliato o in modo corretto. Partiamo dal modo sbagliato, dal modo “ufficiale”, quello descritto proprio sul sito di Arduino.

    Poniamoci come obbiettivo di realizzare una porzione di codice tale che:

    1. accenda un LED all’inizio di ognuno dei cicli composti dalle seguenti operazioni:
      1. acquisisca una tensione analogica
      2. legga il tempo ad ogni inizio della misura
      3. invii la misura e i tempi via porta seriale / USB
      4. indichi quanto tempo è trascorso al termine della misura
      5. spenga il LED
    2. Ripeta questa serie di azioni esattamente una volta al secondo

    Poniamo l’attenzione sull’avverbio esattamente perché è tutto ciò che fa realmente la differenza tra un lavoro ben fatto ed uno fatto male: ricordiamo che l’argomento centrale di questo articolo è l’impiego del tempo nei sistemi embedded.

    Il nostro esercizio prevede quindi la scrittura di una serie di operazioni da eseguire con periodicità di 1 secondo. Partiamo dall’esempio riportato su https://www.arduino.cc/reference/en/language/functions/time/delay/ e mostrato nella seguente Figura 1.

    Figura 1. l'utilizzo del delay() per far lampeggiare un LED
    Figura 1. l’utilizzo del delay() per far lampeggiare un LED

    Con poche modifiche possiamo ottenere il codice che assolve i compiti che ci siamo prefissati: è mostrato nella Figura 2.

    Figura 2. il codice per eseguire la serie di operazioni richieste una volta al secondo
    Figura 2. il codice per eseguire la serie di operazioni richieste una volta al secondo

    Il codice è molto semplice. Nel setup() c’è l’inizializzazione del pin relativo al LED e l’abilitazione della comunicazione seriale a 9600 bps. Nel loop() troviamo invece tutta la sequenza di operazioni richieste: l’accensione e lo spegnimento del LED alle righe 12 e 20 rispettivamente, l’invio sulla seriale dei tempi e della misura. Infine la tanto desiderata funzione delay(1000) alla riga 21, un bel ciclo di attesa di 1000 ms. Dove è l’errore? Avviamo l’esecuzione e scopriamo cosa succede. Nel webinar ciò è illustrato con un video che mostra esattamente la ricezione dei dati inviati dalla scheda Arduino. Qui per ovvi motivi sono riportati solo un paio di screenshot. Dal primo dei due, Figura 3, si evince subito che il ciclo non dura 1 secondo ma 1 secondo e 7 millisecondi.

    Figura 3. avvio dell'esecuzione del programma e ricezione dei dati tramite la porta seriale
    Figura 3. avvio dell’esecuzione del programma e ricezione dei dati tramite la porta seriale
    Figura 4. esecuzione del programma e ricezione dei dati tramite la porta seriale dopo 63 secondi
    Figura 4. esecuzione del programma e ricezione dei dati tramite la porta seriale dopo 63 secondi

    Come è ben evidente questo ritardo si accumula di ciclo in ciclo e porta, come mostrato in Figura 4, ad avere un errore di mezzo secondo dopo appena 63 cicli.

    Il codice fa esattamente quello che è scritto, sintatticamente è corretto e viene eseguito dal microcontrollore senza problemi, ma è semanticamente sbagliato. Infatti, così facendo non otteniamo una periodicità di 1 secondo ma di 1 secondo e qualche millesimo. E se dopo 63 cicli abbiamo già perso mezzo secondo, immaginate a quanto si può arrivare dopo un intero giorno di lavoro.

    Finché si tratta di far lampeggiare un LED tutto ciò può essere tollerabile, ma in tante altre applicazioni no. È quindi un modo di fare assolutamente sbagliato. Alcuni potrebbero obiettare che si potrebbe ridurre il delay da 1000 a 993 o 994. Bene, intanto abbiamo due possibili valori, se osservate la sequenza a volte il ritardo è di 6 ms e a volte di 7 ms: quale mettiamo? Inoltre, ed è qui la cosa grave, semanticamente parlando siamo di fronte ad un errore concettuale grave, il processore in quell’attesa non può fare altro, è bloccato lì e questo riduce molto le potenzialità del sistema. Inoltre, se aggiungessimo istruzioni, per esempio la lettura di un ingresso, dovremmo andare a cambiare ancora una volta il delay. Quindi no, non si fa, non si deve usare, non è una cosa su cui si può opinare.

    La soluzione a questi problemi è quella di usare un timer: dall’inglese time = tempo e quindi timer = temporizzatore. In pratica si tratta di una o più periferiche del nostro processore appositamente realizzate per generare eventi periodici. In realtà possono essere impostate per fare anche tante altre cose, per esempio per contare eventi, ma limitiamoci all’uso classico di cui abbiamo bisogno. Dipendentemente dall’architettura impostarne uno può essere un compito più o meno complesso, ma in Arduino trovate librerie per quasi tutto e ovviamente ce ne è una anche per la gestione dei timer. La trovate a questo indirizzo: https://playground.arduino.cc/Code/Timer/

    Vediamo come cambia il nostro programma attraverso la Figura 5.

    Figura 5. il codice modificato per utilizzare un timer
    Figura 5. il codice modificato per utilizzare un timer

    Nel setup() oltre all’inizializzazione di pin di output per LED e porta seriale ora troviamo la dichiarazione di una variabile chiamata timerEvent a cui è associato un timer con periodicità 1000 ms. Sinteticamente, quando sarà trascorso un secondo il flusso dell’esecuzione del programma si sposterà alla funzione chiamata timerISR. ISR sta per Interrupt Service Routine, cioè una serie di istruzioni da eseguire quando si verifica un particolare evento, cioè un interrupt. Ovviamente questa funzione può avere un nome qualsiasi, non ci sono vincoli se non quello che nel dare i nomi sarebbe opportuno darne di significativi. Come si può vedere la timerISR() è piuttosto minimale ed avrebbe potuto esserlo ancora di più. Ciò che è stato volutamente inserito è l’accensione del LED e l’invio in seriale del momento della chiamata di questa funzione. Dopo queste prime istruzioni è presente la “event = 1”, cioè si assegna un valore diverso da zero alla variabile event. Tutte le funzioni eseguite ad interrupt dovrebbero essere quanto più brevi possibili rimandando alla parte sincrona del listato lo svolgimento di compiti non necessariamente urgenti. Tornando nel loop(), attraverso il controllo “if (event == 1)” si passa all’esecuzione delle restanti istruzioni. Per fare in modo che queste istruzioni vengano eseguite solo una volta al secondo, prima di uscire dalla “if” bisogna azzerare la variabile event con “event = 0”. La sintassi è quindi molto semplice e comporta poche modifiche rispetto al listato originale, però il risultato è di assoluto altro livello, la periodicità è garantita come mostrato dagli screenshot di Figura 6 e Figura 7.

    Figura 6. esecuzione periodica di istruzioni con timer
    Figura 6. esecuzione periodica di istruzioni con timer

    Come appare subito evidente dai primi secondi di esecuzione di Figura 6, l’accensione del LED avviene sempre all’inizio di ogni secondo e non più, come in precedenza, con un ritardo via via crescente.

    Altra cosa importante, ma che ovviamente non è immediatamente visibile, è che terminata l’esecuzione delle istruzioni la CPU non ha altri compiti da assolvere, è scarica, non deve fare altro, e potrebbe essere messa tranquillamente in stato inattivo, in “idle”, per risparmiare energia.

    In questo esempio, invece, per mantenere le cose il più semplice possibile, non è stata inserita alcuna altra istruzione e la CPU continua a “ciclare” all’interno del loop fino all’arrivo dell’evento successivo. Se fosse necessario aggiungerne non ci sarebbero problemi in quanto tutto ciò che è sincrono (all’interno del loop) non impatta sull’esecuzione di ciò che è asincrono (eseguito ad evento).

    Dalla Figura 7 si può notare che la periodicità è garantita, l’avvio è sempre puntuale e nemmeno dopo ore ed ore di funzionamento c’è evidenza di alcun ritardo: questo è il modo corretto di programmare anche in ambiente Arduino. Queste ed altre tecniche sono universali, si possono applicare a qualsiasi microcontrollore di qualsiasi produttore, basterà adattarsi al diverso ambiente di sviluppo. Si dimostra così che il problema di molti non è non conoscere Arduino ma l’elettronica di base e il funzionamento dei dispositivi elettronici.

    Figura 7. nemmeno dopo 2300 secondi di esecuzione c'è accumulo di ritardo eseguendo istruzioni periodiche mediante timer
    Figura 7. nemmeno dopo 2300 secondi di esecuzione c’è accumulo di ritardo eseguendo istruzioni periodiche mediante timer

    Dopo avere visto tutto ciò probabilmente è lecito chiedersi quando si può usare la delay(), perché se è stata messa a disposizione evidentemente un motivo ci deve essere. Ed in effetti una certa utilità può averla, ma non se ne può fare l’uso sconsiderato che si è soliti vedere praticamente ovunque: nei forum online, in gruppi, in articoli vari su riviste più o meno specializzate.

    La delay() va usata solo quando non se ne può fare a meno, ovviamente, o quando si deve eseguire un pezzo di codice una sola volta, ad esempio per inizializzare una periferica all’avvio del sistema (nel setup()). Può succedere infatti che il costruttore di un particolare dispositivo dichiari che si debbano rispettare dei tempi prima di impostare i vari registri. In questi casi si può inizializzare i primi registri, utilizzare il delay per attendere che le modifiche abbiano effetto, proseguire con il resto dell’inizializzazione. Una volta che il nostro microcontrollore è operativo è vivamente sconsigliato l’utilizzo della delay(), ci sono metodi migliori come è stato mostrato sopra.

    Ovviamente la programmazione di sistemi embedded richiede anni di formazione, non si impara in una settimana. Un consiglio utile è quello di essere curiosi, di non accontentarsi della prima soluzione che si trova, bisogna sempre chiedersi quale è il rovescio della medaglia: se si fa così che succede? Cercare informazioni, documentarsi e studiare è fondamentale. In rete c’è di tutto e di più, ma è importante saperlo cercare e organizzare in una sequenza progressiva corretta e coerente. L’alternativa più efficace è affidarsi a qualcuno di provata esperienza, perciò dai un’occhiata al nostro corso Electronic Maker Hiker.

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    Configurazione dei contatti

    A volte capita di dovere inserire un relè, un interruttore o un commutatore in un circuito elettronico. A seconda delle necessità potremmo avere bisogno di uno o più vie in ingresso e di uno o più contatti in uscita.

    L’immagine qui sopra raccoglie tutte le combinazioni più utilizzate e ci mostra velocemente quale dispositivo dobbiamo impiegare nel nostro sistema.

    Le sigle ovviamente hanno un significato ben preciso. Ad esempio:

    • SPST = Single Pole Single Through, cioè singolo polo e singola uscita
    • SPDT = Single Pole Double Through, cioè singolo polo e doppia uscita
    • DP3T = Double Pole Triple Through, cioè doppio polo tripla uscita
    • NO = Normally Open, cioè contatto normalmente aperto
    • NC = Normally Closed, cioè contatto normalmente chiuso.

    Se vuoi imparare qualcosa in più sull’elettronica prendi in considerazione di aquistare uno dei nostri corsi di elettronica, fai click qui.

    Panadapter SDR per IC-735

    Per installare la scheda IFace all’interno dell’ICOM IC-735 seguire i seguenti passi.

    L’IC-735, così come altre radio, ha una configurazione abbastanza complessa ed utilizza diverse frequenze intermedie. A noi interessa avere un segnale a “larga banda”, quindi andrà prelevato prima del filtro passa banda principale. Qui di seguito è mostrata la sequenza di operazioni da compiere per ottenere una larghezza di banda sufficiente a realizzare un ricevitore panoramico intorno alla frequenza IF prescelta (70.451 MHz). Il percorso dei segnali in TX e in RX è in parte separato, quindi il comando del PTT per disabilitare la IFace durante la trasmissione può non essere necessario. Le immagini seguenti mostrano il punto dove verrà prelevato il segnale IF e l’alimentazione.

    Ora dobbiamo localizzare i punti dove effettuare il collegamento dei cavi elettrici verso la IFace. Le immagini seguenti illustrano dove prelevare i vari segnali sulla MAIN UNIT.

    Se sei convinto della bontà della proposta acquista una IFace utilizzando il pulsante qui sotto.

    ATTENZIONE: Sebbene l’installazione di IFace non sia difficile, lo si fa a proprio rischio. TSP S.r.l. non è responsabile per eventuali danni, effetti collaterali indesiderati o qualsiasi altra cosa.

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